L’identità di un territorio colpito dal sisma può essere preservato tramite il recupero, la conoscenza e la valorizzazione del suo patrimonio storico-artistico e culturale. Dopo il sisma del 2016, nelle aree più periferiche dell’area montana hanno visto mutato e minacciato il proprio straordinario patrimonio culturale. Gli studi degli ultimi decenni l’avevano ormai emancipato dalla condizione di marginalità in cui la tradizione storiografica l’aveva relegato in passato. Per secoli è stato il collante culturale, sociale e religioso di una comunità. Dopo le scosse del Centro Italia, le aree picene sono state definitivamente messe in ginocchio.
Il Convegno del 22 e 23 marzo in programma a Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno è stato organizzato dal’Istituto Superiore di Studi Medievali Cecco d’Ascoli, nell’ambito del XXVIII Premio Internazionale Ascoli Piceno – Edizione Speciale e si propone in primo luogo di fare il punto sulle azioni già promosse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalle amministrazioni locali, laiche e religiose, per il pronto intervento e per la messa in sicurezza dei centri storici e delle emergenze architettoniche e storico artistiche e su come le Istituzioni stanno operando e progettano di operare nel prossimo futuro, prendendo le mosse dal censimento delle opere e del loro attuale stato di conservazione e sulla base della vigente legislazione.
Un modo alternativo per fare luce su episodi, sino a oggi trascurati dalla critica ma riproposti all’attenzione degli studiosi proprio dagli eventi sismici, e che rischiano di essere del tutto dimenticati a seguito della chiusura degli edifici che li conservano.
