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idillio verde

L’Idillio verde torna a casa

Torna a farsi ammirare nella Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno l’Idillio verde di Giuseppe Pellizza da Volpedo. L’opera era stata concessa in prestito nelle mostre curate da Vittorio Sgarbi nel Museo di Palazzo Doebbling a Sutri (Viterbo). Il quadro è stato ricollocato nella Sala Fior di Vita con tutti gli onori ed un ringraziamento speciale per aver rappresentato al meglio la collezione Civica ascolana lasciando un segno nel cuore di quasi undicimila visitatori.

Giuseppe Pelizza da Volpedo

Giuseppe Pellizza da Volpedo è conosciuto universalmente per il suo Quarto stato che inaugura il secolo XX, ed è forse il primo dipinto di soggetto civile della nostra tradizione pittorica, icona delle lotte proletarie di tutto il Novecento. Per Vittorio Sgarbi il Quarto stato è il manifesto politico di Pellizza da Volpedo, l’Idillio verde è la sua meditazione lirica, la sua interiorità romantica; e sono entrambi dipinti nel 1901, come introduzione a un mondo nuovo.

L’Idillio Verde

Con l’Idillio Verde, Pellizza sembra riassumere un processo lineare di spostamento dalla pittura verista accentrata sulla figura e sul ritratto, ai grandi dipinti divisionisti, con figure e animali, con un ruolo non più centrale e di protagoniste rispetto alla natura, fino ai puri paesaggi dell’ultimo periodo. Nella progressione verso la natura l’uomo è incluso, e implicitamente ne risulta più grande, perché diviene parte del tutto che è la natura. Gli Idilli ne celebrano fasi del ciclo stagionale. Dedicarsi al paesaggio puro coincide con il precisarsi di una poetica della natura che ingloba l’“idea” nel suo significato più alto e puro e il dichiarato bisogno di una pittura meno sistematica, che lo riporti a un contatto diretto con il vero.