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The undomestic house

The Undomestic House, verso una casa non-domestica

Verso una casa non-domestica “The Undomestic House” è il titolo della mostra attiva dal 12 gennaio al 9 marzo 2019 presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno. La mostra a cura di Gabriele Mastriglie con opere di Archizoom, Ugo La Pietra, Ettore Sottsass Jr., Superstudio, fotografie di Stefano Graziani è un progetto
Università di Camerino. Scuola di Architettura e Design “Eduardo Vittoria” di Ascoli Piceno.

The Undomestic House

La mostra “The Undomestic House” è parte del programma di eventi realizzati in occasione del 25° anniversario della fondazione della Scuola di Architettura e Design “Eduardo Vittoria”, Università di Camerino, con sede ad Ascoli Piceno.
La mostra si divide in due sezioni. Nella prima sono presentate opere di alcuni tra gli artisti invitati a contribuire al numero della rivista IN sul tema della “distruzione dell’oggetto”: Archizoom, Ugo La Pietra, Ettore Sottsass Jr. e Superstudio. Si tratta di una serie di collage, poster, fotografie e oggetti di arredo realizzati tra il 1968 e il 1974, che indagano la natura delle pratiche dell’abitare in quel passaggio storico di crisi della società occidentale, spostando l’attenzione dalle funzioni e dagli oggetti ai riti e alle attitudini. Dagli arredi di Archizoom come la poltrona Mies per Poltronova, ai poster dedicati ad oggetti e riti simbolici di Ettore Sottsass Jr.; dai collage della serie Il Sistema Disequilibrante di Ugo La Pietra, sino agli oggetti della Serie Misura e agli Istogrammi di architettura del Superstudio, tutte queste opere demoliscono i tradizionali legami sintattici imposti agli oggetti dalle convenzioni sociali, aprendo ad un nuovo campo di possibilità di interpretazione e d’uso. Lo sguardo fotografico di Stefano Graziani, che rilegge proprio gli Istogrammi di architettura, annulla idealmente l’oggettualità vintage della stagione radicale e conclude la prima sezione della mostra aprendo all’interpretazione e dunque al progetto.
La seconda sezione propone una serie di progetti didattici dell’Università case ispirate ad un carattere che possiamo definire “non domestico”. Se la domesticità si riferisce a un sistema specifico di simboli e al suo potere di controllo, questi progetti mettono in discussione le categorie tradizionali attraverso le quali l’abitazione agisce come stabilizzatore sociale. Ciascun lavoro analizza criticamente il concetto di casa nei suoi meccanismi di produzione e fruizione, come mediazione tra l’abitante e il suo modo di vivere, allargando i confini e tentando, in ultima istanza, di misurare la capacità dell’architettura di immaginare un altro abitare.