I sapori e le tradizioni locali esaltano una pizza in teglia che da vent’anni viene servita ad Ascoli Piceno, in un piccolo locale nei pressi dell’anfiteatro romano, zona Porta Romana. Dal 1999, l’estroverso maestro pizzaiolo Armando D’Ascanio realizza teglie di pizza uniche, dal sapore intenso e rappresentativo del Piceno.
Un gourmet che non ti aspetti, che ti cattura al primo morso. Ingredienti naturali e del territorio fanno si che i clienti degustino una pizza del tutto particolare, una pizza che parla di tradizioni ed eccellenze. Dall’anice alla liquirizia, dallo zafferano al vino Rosso Piceno, dalle fave al pesce azzurro, gli ingredienti sono rigorosamente scelti dal territorio piceno e inseriti sia come condimento che nell’impasto.
Con Armando D’Ascanio abbiamo scambiato quattro chiacchiere per festeggiare questo suo importante traguardo raggiunto di vent’anni di attività della Pizzeria E’ Bona Furia:
– Come nasce la passione per la pizza?
In famiglia ho uno zio pizzaiolo, mi ha trasmesso questa passione. Era il lontano 1997 e due anni dopo ho aperto “E’ bona furia”
– Da vent’anni realizzi teglie di pizza nella città di Ascoli Piceno; da dietro il bancone, cosa secondo te è cambiato in città in questi anni e qual è il potenziale futuro della pizza?
Ad Ascoli è cambiando poco o nulla. Attività come la mia, o come i colleghi de La Nicchia e La Scaletta provano a fare qualcosa di diverso. Largo ai giovani!
– Quanto conta la formazione nel tuo settore?
Negli ultimi anni il mondo della pizza è cambiato radicalmente. Questo soprattutto grazie anche alla diffusione di scuole di formazione come Pizza News School di cui sono istruttore per la provincia di Ascoli Piceno grazie alla sapiente guida del Maestro Luigi Ricchezza. Ormai l’attenzione è alta ed è rivolta a tutto, dalle bilance di precisione ai termometri per controllare la temperatura di uscita di un impasto: piccoli chimici, passami il termine.
– L’ingrediente preferito?
Mi piace lavorare molto con il pesce, un ingrediente difficile da utilizzare sulla pizza ma adoro le sfide.
– Da quello che abbiamo capito, una maniacale attenzione viene data all’impasto, perchè?
L’impasto è fondamentale per una buona digestione; una buona maturazione e una buona lievitazione consentono ciò. Logicamente anche il tipo di farina, le varie forze. Al bando le farine raffinate!
– Come nasce l’idea di raccontare il nostro territorio in una teglia?
Nasce dall’amore che nutro per le nostre terre. Realizzando una pizza gourmet o meglio, una pizza contemporanea con una trasformazione base dell’ingrediente, mi sono chiesto: perché non utilizzare quelli del mio territorio? Abbiamo vere eccellenze ma non ce ne rendiamo conto.
– Dove prendi ogni volta l’ispirazione per le tue pizze gourmet?
Innanzitutto ci vuole una conoscenza di base, soprattutto delle materie prime. Mi distinguo nel mondo della pizza proprio per l’unicità. Parto direttamente dall’impasto aromatizzandolo fino alla decorazione finale della mia teglia, scegliendo bene l’ingrediente base che voglio esaltare.
– Tre aggettivi per descrivere il Piceno?
Meraviglioso, unico e sorprendente
– In quest’ultimo anno quale ingrediente ha stimolato al meglio il tuo palato e la tua creatività?
La menta! Una spezia molto difficile da portare sulla pizza.
– Cosa consigli a chi vuole iniziare la professione di pizzaiolo?
Di iniziare molto presto questo lavoro. Passione, dedizione e l’amore per la pizza sono le caratteristiche base che lo contraddistinguono. Come dico ai miei corsisti, voglio vedere gli occhi della tigre, la fame di arrivare. Questo è un lavoro che se non lo fai con queste caratteristiche ti mangia…